Non ce l’abbiamo fatta. Alla fine ci siamo arresi. Tre mesi a correre dietro ad assessori, direttori di Municipio che cambiavano, aiutati da funzionari che conoscono il loro mestiere (dobbiamo ringraziare il team dell’Ufficio Eventi del Municipio, capace e solerte, una vera perla rara), ostacolati da funzionari che non conoscono le leggi, si nascondono dietro cortine fumogene, prima dicono e poi negano.

La storia è semplice ed imbarazzante. Alla conclusione della prima proroga del Mercato (Luglio 2015) inoltriamo immediatamente la richiesta per una proroga lunga da Settembre a Dicembre. Lo facciamo forti del fatto che il Dipartimento delle Periferie (che ha in carico l’area) ha riconosciuto il valore del progetto ed ha inviato al Municipio una lettera in cui esprime parere favorevole al proseguimento dell’iniziativa almeno fino a Dicembre 2015. Lo facciamo perché il Municipio ha deciso di prendere il nostro Mercato come esempio virtuoso di strumento di riqualificazione del territorio attraverso il modello dello scomputo delle spese d’occupazione suolo pubblico a fronte di interventi di decoro e pulizia. Lo facciamo infine perché, sempre il Municipio, ha dichiarato che il Mercato Contadino è un’esperienza importante che va regolarizzata in modo continuativo con apposito bando.

Passiamo Agosto con la promessa di una delibera di giunta che dia mandato all’allora Direttrice Tiziana Orsi di procedere alla redazione del Bando e, nelle more di questo, proroghi il Mercato fino a Dicembre. A fine Agosto arriva. Ma a fine Agosto arriva anche il “niet” della Orsi alla firma della proroga in quanto è appena giunto il provvedimento di rotazione del personale amministrativo. La Direttrice decide quindi di non firmare nulla e di rimandare al suo successore la scelta.

Arriva il Dott. Tarsia e tutti ci aspettiamo che provveda a fare ciò che la Orsi ha negato. E invece prende tempo. Perché sta riorganizzando le funzioni degli uffici (ci viene detto). Passano settimane e alla fine capiamo che si occuperà di noi l’Ing. Cafaggi, Dirigente U.O.T. che ha in carico, in base alla riorganizzazione del nuovo Direttore, l’Ufficio Eventi. Cafaggi provvede subito a stilare l’elenco delle prescrizioni integrative. Non lo fa su carta intestata del Municipio inviata al richiedente Comitato, ma su un foglietto volante con calligrafia da medico condotto. Dopo aver decifrato quanto scritto ci accorgiamo che ha richiesto finanche gli allacci in fogna. Protocolliamo 2 ore dopo la consegna delle prescrizioni una relazione in cui si spiega:

  • sotto quale legislazione (nazionale, riferito al Ministero dell’Agricoltura, e regionale) afferiscono i Mercati Contadini
  • la natura del mercato e l’insussistenza della necessità alcune prescrizioni indicate
  • la richiesta di un incontro chiarificatore

A fronte della relazione il l’Ing. Cafaggi non ci riceve nonostante lo chiediamo ripetutamente per oltre 2 settimane. Alla fine – su pressione della Presidenza del Municipio – ci fa sapere che dobbiamo inviare una relazione in cui sotto nostra responsabilità dichiariamo che quanto da lui richiesto non serve. Facciamo sapere alla segretaria (lui non abbiamo mai avuto il piacere di incontrarlo) che quanto chiesto è già presente nella conferenza dei servizi datata 21 Gennaio 2015 e che comunque consegneremo la lettera a stretto giro. La sera stessa protocolliamo la richiesta.

A questo punto l’Ufficio Eventi inizia a lavorare di concerto con il Dott. Magistri per smarcare le ultime incombenze (conteggi, richieste di autorizzazioni vari, bolli, lettere etc.) e finalmente ci arriva la notizia. È il 12 Ottobre 2015: “Il documento va in firma, manca solo il contratto AMA”. Provvediamo subito ad inviare la richiesta di contratto agli uffici AMA e il giorno dopo siamo pronti ad andare a firmare. Passano giorni interminabili senza notizie. Poi arriva la telefonata: “l’Ing. Cafaggi si rifiuta di firmare la convenzione; lui lo scomputa non lo fa. L’area è del Dipartimento delle Periferie e quindi la convenzione la deve fare il Dipartimento”. Al netto della correttezza o meno dell’assunto, ma questa posizione non poteva essere comunicata prima? Con questa presa di posizione ci troviamo a dover corrispondere oggi per domani quasi 3.000€ di occupazione suolo pubblico in contanti e anticipati! In più dobbiamo garantire la presenza addirittura di un presidio medico sanitario (autoambulanza) che ovviamente costerà altri soldi. E inoltre dobbiamo pagare l’AMA che in realtà non essendo competente nell’area non eroga di fatto alcun servizio al mercato! Ma soprattutto va a farsi benedire il perché del progetto!

Se avessimo voluto promuovere un mercato commerciale avremmo pagato l’occupazione suolo pubblico da subito ma gli spazi sarebbero rimasti tali e quali. Il Sangalli, con l’intervento dei contadini, è rinato. Abbiamo curato il Parco Almagià e, con questo progetto, avremmo ripulito Piazza Cardinali.

La nostra idea era di rendere il mercato uno strumento di riqualificazione territoriale e finanziatore di progetti di solidarietà internazionale (parte del ricavato del mercato andava a progetti che l’Associazione Futura sviluppava in Africa).

Offrivamo il nostro lavoro di gestione e pulizia in cambio dello sconto dell’occupazione del suolo pubblico (tutte le altre tasse, AMA compresa, le abbiamo sempre pagate). Un modo per creare un presidio sano di socialità e uno strumento di riappropriazione degli spazi marginalizzati.

Se avessimo voluto fare il mercatino commerciale avremmo scelto altre strade. Qui si faceva altro, si promuoveva un’idea di territorio diversa attraverso un’economia a km0, lontana dalle mafie della “filiera lunga”, familiare, umana, lontana dalle meccaniche della grande distribuzione. Sì proprio la grande distribuzione che, poco distante, sta facendo scempio di un’area vincolata. Un progetto quest’ultimo che, guarda caso, ha ottenuto invece l’ok proprio da quell’Ufficio Tecnico che ha negato la convenzione a 20 contadini. Due pesi e due misure. Come nel caso del Parco Madre Teresa di Calcutta in cui, invece, la convenzione è stata firmata e il locale teatro itinerante potrà beneficiare dello scomputo. Al Sangalli no. A Tor Pignattara no. Perché dobbiamo schiattare nello schifo in cui la loro incapacità ci ha ricacciati.

Questi sono i vertici dell’amministrazione del nostro Municipio. Indifferenti sia alle esigenze dei cittadini e sia alle indicazioni politiche della giunta che, per amor di verità, dobbiamo riconoscere esserci state. Ma niente. Il Parco Sangalli deve rimanere landa desolata così come tutto il nostro quartiere. Hanno ucciso un piccolo sogno. Hanno ucciso una piccola nostra vittoria. Attaccandosi a cavilli inesistenti, interpretazioni fantasiose e mettendoci spalle al muro. Costringendoci a rinunciare.

Per ora diciamo addio al Mercato Contadino al Parco Sangalli. Ma di certo non molliamo di un centimetro. Ci sentiranno e ci vedranno. Ma soprattutto ora dovranno mettere tutto per iscritto, non su pezzetti di carta ma su atti ufficiali. Vogliamo sapere perché e percome è stato fatto questo scempio. Vogliamo sapere perché e come ad altri invece è stato dato. Vogliamo sapere perché e come vengono gestite le autorizzazioni agli eventi e se i mercati all’aperto di questo Muncipio (tutto) rispettano le prescrizioni che a noi sono state imposte.

Anche se lo conosciamo vogliamo vedere scritto nero su bianco il nome e il cognome di chi ha deciso questa cosa. E continueremo a dare battaglia. Perché ci hanno chiaramente fatto capire che in questo Municipio è meglio fare tutto di nascosto, nell’illegalità, nella violazione sistematica di ogni norma. Ci spiace noi non siamo come voi. E se faremo ripartire questo mercato lo rifaremo nel pieno rispetto delle regole. Non ci abbasseremo mai al vostro livello.