Torna la primavera e tornano i cambi di stagione… di materassi, mobilio, stendini etc.. Come evidenziammo lo scorso anno in primavera e in autunno Tor Pignattara – sebbene sia sporca sempre – diventa una latrina a cielo aperto. Materassi e ingombranti vari affollano i marciapiedi. Segnale inequivocabile dei cambi “residenza” negli appartamenti dove decine di extracomunitari vengono ammassati con la formula dell’affitto a materasso. Un metodo inumano di lucrare sulla pelle di altri uomini e donne che va stroncato senza fare sconti a nessuno.

Durante i nostri colloqui – di concerto con tutte le associazioni che allora di comune accordo portavano avanti questa battaglia – chiedemmo agli organi competenti cosa si potesse fare. Fummo rassicurati sul fatto che erano in procinto di partire due azioni coordinate:

– controllo delle situazioni abitative sospette

– controllo della regolarità contrattuali ai fini AMA di molti esercizi commerciali

Noi – insieme a tutte le realtà che parteciparono a quelle riunioni – accogliemmo con favore l’idea, capace sicuramente di colpire una parte strutturale del problema. Sono passati mesi ed ora, puntualmente, ci ritroviamo al triste conteggio dei materassi, delle sedie, dei divani, delle scrivanie che affollano i nostri marciapiedi e dei sacchi di scarti alimentari, cartoni e contenitori che intasano i nostri cassonetti. Parole al vento.

Dobbiamo fare un’altra “riunione di coordinamento” oppure l’amministrazione comunale, la polizia di Roma Capitale, l’AMA e il Municipio si decideranno a dare seguito a quanto promesso e promuovere un’azione sinergica per affrontare una volta per tutte il problema nel suo complesso?

Tutti sappiamo che l’immondizia gate di Tor Pignattara è il combinato disposto di sovrafollamento (illegale) di tanti appartamenti, irregolarità nel conferimento di rifiuti di molti esercizi commerciali (italiani e non), inciviltà soggettiva e mancanza completa di controlli. Se a questo stato di fatto aggiungiamo il cronico disservizio dell’AMA – che è ben lontana dal garantire gli standard previsti dal contratto di servizio attualmente vigente – arriviamo velocemente al collasso.
Un collasso che forse ha una logica precisa? Forse bisognava arrivare al grado zero del servizio per poter avviare una qualche forma di “servizio complementare”?  Oppure bisognava arrivare alla latrina a cielo aperto per far deprezzare il valore del quartiere all’alba dell’inagurazione della tratta “utile” della Metro C in modo da avviare una bella speculazione immobiliare?

Torniamo a ripeterlo (non sappiamo più quante volte lo abbiamo fatto): siamo sull’orlo dell’emergenza sanitaria. È ora che si affronti il problema con attenzione, competenza ed efficacia. Chiediamo che venga messo urgentemente in atto quanto concordato nelle riunioni dello scorso autunno. Sappiamo che sono azioni politicamente “gravose”, capaci di creare “nemici” a molti politici locali e non. Ma ci aspettiamo un senso di responsabilità che vada oltre la convenienza elettorale.

Se nulla verrà fatto sarà evidente che i sospetti che abbiamo sono fondati e che il disegno di fare di Tor Pignattara un’immondezzaio a scopi speculativi o mafiosi è reale. Noi nel nostro piccolo lo contrasteremo perché non abbiamo paura ad iniziare una battaglia legale (lo abbiamo già fatto e i kg di diffide che intasano il nostro archivio stanno lì a dimostrarlo).