Alle 22, puntuale, è partito l’ultimo treno da Giardinetti direzione Laziali. Dopo l’eliminazione della tratta fuori raccordo (quella che faceva capolinea a Pantano) arriva un’altra scure sulla linea che per 99 anni ha garantito la mobilità su ferro nella dorsale Labicana.
L’apertura della Metro C – che fino a Centocelle – viaggia in parallelo ha decretato la fine di questa infrastruttura che almeno dal 1986 ha visto perdere ogni decennio pezzi di tratta. In molti recitano la litania che il trenino è un doppione, un unitile ferro vecchio, uno strumento che andrebbe rimpiazzato con un tram o peggio ancora con una linea bus veloce.
Uno studio molto approfondito del sito CityRailways ha rivelato tutt’altra faccia della medaglia. La linea è di fatto il naturale alveo su cui impiantare un linea su ferro leggera che possa integrarsi con la metro C servendo la parte scoperta del territorio sud est di Roma.
OItre a questo, lo studio smonta una valanga di bufale che circolano ad arte su questa linea che evidentemente non piace a nessuno. Sospesa fra Regione (proprietaria) e ATAC (gestore) la linea da decenni non è curata nell’armamento, non rinnovata nei treni, non è gestita, controllata, riqualificata. Eppure prima del faraonico progetto della Metro C e prima della variante con deviazione verso il Comprensorio Casilino ad uso e consumo della speculazione edilizia che abbiamo bloccato, proprio questa tratta doveva trasformarsi nella metropolitana leggera. Un infrastruttura che avrebbe garantito la mobilità a un’utenza diretta di 200.000 cittadini con costi irrisori rispetto ai 4.000.000.000 della metro C. Metro che ancora stenta a decollare e forse stenterà per sempre visto il percorso eccentrico rispetto al naturale approdo dell’utenza della dorsale che è l’hub di Termini.
Da domani il Treno Giallo sferraglierà da Centocelle a Giolitti con un frequenza – dicono – di 7 minuti, garantendo così il servizio al nostro quartiere ma creando le condizioni di un suo futuro smantellamento (chi volete che investa in una infrastruttura da 6km circa?).
Per questo abbiamo avviato una campagna tambureggiante. Perché quello che è toccato ai cittadini dell’Alessandrino, di Torre Spaccata, Torre Maura, Giardinetti domani potrebbe toccare a noi. Per questo chiediamo a tutti di firmare la petizione che trovate a questo indirizzo e che chiede una cosa semplice: mobilità moderna per i nostri territori. Un 105 che svolga la sua funzione di supporto reale (e non con frequenze a 30 minuti) e un trenino efficiente e possibilmente oggetto di una profonda revisione. Magari proprio nella direzione indicata del progetto di CityRailways, ovvero di un prolungamento verso Anagnina/Tor Vergata consentendo così un’accesso rapido a tempo certo all’Università e al Policlinico.
In buona sostanza questo potrebbe essere un’investimento serio, economico (costo stimabile ad un decimo della metro C), che avrebbe il pregio di essere un facilitatore di processi di riqualificazione complessivi del quadrante. L’eliminazione della tratta, invece, sarebbe uno sperpero di danaro pubblico in quanto – sebbene malconcia – la Roma-Giardinetti ancora vale la bellezza di 102.000.000 di euro fra opere civili e parco rotabile.
E a chi continua a dire che il trenino è un carro bestiame dove nessuno paga, facciamo sommessamente notare che
- se si riqualifica la tratta i vecchi treni vanno in pensione e arrivano quelli con l’aria condizionata che possono essere immessi sin da subito in quanto viaggiano a scartamento ridotto (basterebbe abbassare la tensione della linea e sistemare qualche binario un po’ fuori asse)
- in base ai dati che stiamo raccogliendo nell’area di servizio del trenino la somma degli abbonamenti strappati annualmente riporta una situazione capovolta rispetto alla favola del “nessuno paga”. Sembra proprio che viviamo in territorio di “abbonati” e quindi si configura il classico caso della trave e della luna: vediamo i pochi che non pagano (la trave) scordandoci i tanti che invece pagano (la luna).
E a chi invece di rimprovera di non accontentarci mai (“vi hanno messo la metro e non vi sta bene”) facciamo cortesemente notare che
- la metro non passa per Villa De Sanctis, Tor Pignattara, Pigneto Basso e per prenderla dobbiamo prendere un mezzo
- la metro non va a Termini e quando ci andrà con l’intersezione con a San Giovanni i cittadini fra Centocelle e Largo Alessi ci metteranno in media 15-20 minuti in più di adesso
Oggi 3 Agosto non è un bel giorno per il “ferro” di Roma. La famosa cura perde un pezzo importante. Un pezzo che performava molto più del tanto apprezzato tram 8 e che garantiva accesso diretto all’hub di termini in pochi minuti. Un servizio vero e non di plastica che si è sacrificato all’altare delle speculazioni che abbiamo visto essere la regola aurea nella costruzione della metro C.
Staremo a vedere. Intanto recentemente una corretta azione di decoro urbano ha garantito la fine della sosta selvaggia su Via Giolitti. Proprio laddove sorgeva il capolinea della mitiche Ferrovie Vicinali (antico nome della tratta). Vedendo le foto viene automatico pensare che quel corridoio sembra proprio essere la futura corsia del binario del trenino. Un segno? Staremo a vedere. Noi continueremo a dire #SaveTramCasilina #SaveRomaGiardinetti.
p.s. ringraziamo Carlo per la bella foto di copertina
Basta con le decisioni che non tengono conto degli interessi dei cittadini. Aggiornate il trenino ampliate la linea e se qualche dementi ha pensato di sostituirlo con la metro C doveva perlomeno attendere la fine della sua realizzazione. Da maligna penso chi ci guadagna da subito?
Avete rovinato la percorrenza trasporto dei cittadini vergogna… .