L’imminente Giubileo vede la Via Casilina e Tor Pignattara inserita negli itinerari catacombali. Sono anni che diciamo che le Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro sono una risorsa straordinaria per il nostro territorio e che possono portare un deciso miglioramento nelle condizioni economiche delle attività commerciali e della vita dei cittadini. E quindi questa notizia ci rallegra.

Pensiamo però che il sito ancora non dispiega appieno il suo potenziale (portando effetti tangibili sul quartiere) per varie ragioni fra cui una certa timidezza nella parte promozionale (pur essendo le terze catacombe per estensione e fra le più ricche di opere di pittura muraria sono ancora poco conosciute) e poi per la mancata messa a sistema del sito con il museo allestito dentro il mausoleo di Sant’Elena (anche se sembrerebbe che in questi giorni la questione si stia risolvendo, insieme alla restituzione di uno spazio oratoriale alla Chiesa che ne era orfana da troppo tempo).

Dal nostro punto di vista altra nota dolente è proprio l’accesso al sito. I pellegrini che vogliono godere delle Catacombe hanno un solo mezzo comodo: il 105. Un mezzo che da Termini impiega anche un’ora per raggiungere il sito (nonostante da Termini sia distante appena 4,5km) e che non è sufficiente anche per una frequenza ridotto all’osso (problema sul quale siamo ancora in “guerra” con ATAC). Altro mezzo diretto e rapido (20 minuti di viaggio) sarebbe proprio il trenino Roma-Giardinetti ma l’attestazione del capolinea alle ferrovie Laziali penalizza non poco il suo utilizzo in tal senso.

Nel nostro piano di ammodernamento della linea Roma-Giardinetti prevediamo un intervento stimabile in non più di 4 milioni di euro che consentirebbe di attestare il capolinea della linea al suo vecchio capolinea del 1939, ovvero di fianco all’ala Mazzoniana (a ridosso di Via Gioberti) e quindi vicinissimo all’uscita Giolitti della Stazione Termini. Abbiamo mutuato la proposta dal sito City Railways che nel suo dossier il Trenino Giallo avanza un’ipotesi tecnica che effettivamente è una semplicità disarmante.

trenino-termini

Questo intervento renderebbe immediato l’accesso al trenino per tantissimi cittadini e ovviamente anche per moltissimi turisti che così avrebbero un accesso veloce e diretto per la Catacombe, migliorando di molto la fruibilità delle stesse. Ripetiamo: parliamo di un intervento a costi ridottissimi (parte dei quali già parzialmente previsti nel piano di restyle della mobilità su Via Giolitti avviato in questi giorni).

Altro intervento, sempre all’insegna della semplicità progettuale ed economicità, è la creazione di un varco ciclopedonale che porterebbe a Villa De Sanctis (e quindi alle catacombe) dal versante Marranella Pigneto del quartiere. Una piccola opera che però avrebbe un valore assoluto di offrire un accesso in mobilità leggera all’area archeologica mettendo le basi di un eventuale percorso da ricongiungere alla futura bike lane Prenestina e all’eventuale bike lane Labicana.

mappa-varco

Anche in questo parliamo di un intervento a basso impatto e basso costo perché per 1/3 eseguibile su spazio pubblico attraverso azioni di minima:

  • disegno della sede
  • esproprio di 30mt di terreno privato per congiungere via Canosa di Puglia al corridoio già esistente nel centro pulifunzionale che ospita il nido la Piccola Impronta
  • disegno e protezione dell’attraversamento su via labico
  • sistemazione del percorso (esistente ma su sede privata) fino a Villa De Sanctis

Quest’ultimo punto è di particolare interesse in quanto l’area privata è di proprietà ecclesiastica e quindi bisognerebbe sensibilizzare gli enti preposti a cedere il comodato d’uso di una porzione minima del terreno per far passare la sede del corridoio.

Sogni? Deliri? Noi pensiamo siano solo proposte di buon senso. Che da un lato tengono conto della situazione economica cogente, dall’altro propongono infrastrutture ecologiche capaci di migliorare da un lato la mobilità generale del quadrante, dall’altro l’efficacia e la “forza economica” del nostro piccolo grande tesoro archeologico. Pensiamo che questi progetti vadano nel segno di un riuso dell’esistenze e massimizzazione dell’efficienza complessiva degli assett territoriali. Ci vuole solo un po’ di buonsenso: quello di scendere dalla torre d’avorio dei preconcetti e degli interessi di partito e di bottega e cominciare a dialogare con i territori in modo fecondo.