Lo scorso 25 Agosto è stata eseguita l’ennesima pulizia straordinaria del Parco Sangalli. Dopo quasi due mesi di assenza di interventi l’area era ridotta ad una piccola discarica: bottiglie sparse dai tanti, troppi, che usano questo spazio come bettola, buste e cartacce lasciate dai soliti incivili, materassi dei disperati che dormono in strada e poi gli ingombranti lasciati dai soliti svuotacantine. Insomma una desolazione senza fine. Dopo la pulizia restano i materassi, gli ingombranti e gran parte del parco ancora sporca (soprattutto le aree che costeggiano Viale dell’Acquedotto Alessandrino lato numeri dispari e la parte che va verso via Berardi). La solita romanella, insomma. Da domani saremo di nuovo in emergenza.

Di fronte a questa situazione che sembra senza ritorno e di fronte all’amnesia di un quartiere che non ricorda neanche cosa è successo 2 giorni prima, ricordiamo che questo parco dal Febbraio 2015 al Giugno 2016 è stato un piccolo gioiello. Pulito, frequentato, animato: un vero punto di ritrovo e cuore pulsante del territorio. Quello che dovrebbe essere sempre.

Diciamo subito che è stato così non perché ci fosse un’amministrazione efficiente, ma perché il Comitato di Quartiere e altre realtà del territorio lo avevano preso in cura con un progetto sperimentale, per dimostrare alla politica che un parco pulito e sicuro era possibile. Senza cancelli, telecamere o baretti.

Un progetto semplice, che partiva da una logica semplice: la manutenzione costante scoraggia il degrado e invoglia all’uso corretto del parco.

Siamo partiti con il Mercato Contadino nel Febbraio 2015 e poi abbiamo proseguito con il progetto Sangalli Community Value che, per 12 mesi, ha impegnato sul Parco e aree limitrofe 20 disoccupati in interventi di manutenzione ordinaria quotidiani. E poi formazione, passeggiate, eventi. I risultati sono nelle foto che alleghiamo. 18 mesi di assoluto splendore, con gente che tornava a correre nel parco, a farci feste, a passeggiare, a prendere il sole. Risultati concreti, alla luce dei quali la sperimentazione è stata portata all’attenzione delle istituzioni affinché si trovasse il modo di continuare la progettualità.

Purtroppo, nonostante l’evidenza dei fatti, si è deciso di andare in altra direzione. Dopo il passaggio al Dipartimento Ambiente si è proceduto alla semplice presa in carico da parte del Servizio Giardini. Si è poi proceduto all’eliminazione dei cestini dal parco (scelta su cui il CdQ ha sempre espresso contrarietà) e infine si è annunciato di voler fare degli investimenti: attivare un sistema di videosorveglianza per pizzicare gli sporcaccioni.

Questa la strategia messa in campo. Crediamo che i risultati delle prime due scelte siano sono sotto gli occhi di tutti. Quanto alla terza non ci aspettiamo certo miracoli e anzi ci prospetta uno scenario da grande fratello che ci spaventa non poco.

Alla luce della nostra esperienza e dei risultati che abbiamo portato (e che sono incontrovertibili), ci permettiamo di dire che si sta sbagliando tutto.

Dal Febbraio 2015 al Giugno 2016 il parco era pulito e vivo. In modo assolutamente naturale si erano allontanati i comportamenti negativi, le stesse persone che frequentavano il parco erano diventate più rispettose tanto che gli addetti alla manutenzione ormai si dedicavano ad altre aree limitrofe. I frequentatori del Parco avevano migliorato le loro abitudini e finanche chi usava l’area come “bar a cielo aperto” mostrava maggiore attenzione.

Ecco, noi siamo convinti che cancellate e telecamere non siano necessarie. Basta la manutenzione e l’animazione del parco per fare deterrente al cattivo uso. Lo ripetiamo: non sono opinioni, ma considerazioni che nascono da risultati concreti, dati di fatto non contestabili.

Per questo motivo torniamo di nuovo a chiedere che si cambi rotta. Che si riattivi il Mercato Contadino (e non a Largo Pettazzoni, ma sul Parco, con la modalità già sperimentata nel 2015) e che si riattivi il progetto Community Value per garantire manutenzione costante, lavoro per le categorie più fragili della popolazione, animazione culturale. Noi non chiediamo nulla per noi. Abbiamo già donato i progetti a suo tempo. Il Municipio deve solo riavviarli. A patto che abbia la volontà e, aggiungiamo, la modestia di dare ascolto a chi sul territorio ci lavora da sempre.

Infine torniamo a chiedere che venga dato seguito alla memoria di giunta 11 del 07 Aprile 2016, che chiedeva la trasformazione del Bocciofilo Sandro Pertini nella Casa del Quartiere, mettendo regolarmente a bando la struttura, al fine di creare un presidio permanente sul territorio in cui attivare servizi sociali, culturali e di promozione sociale.

Se vogliamo dare un futuro al Parco Giordano Sangalli questa è la strada. Non lo diciamo noi, lo dicono i fatti.