Sembrano imminenti i lavori di ristrutturazione del Mercato Laparelli. Ma dopo le polemiche che abbiamo registrato su questo gruppo sull’istallazione nel plateatico del Mercato Sociale, veniamo ora a scoprire che il progetto in cantiere sembra essere molto diverso da quello condiviso in assemblea pubblica, sembra non aver integrato le proposte dei cittadini e, infine, sembra essere particolarmente gravoso per gli operatori. Insomma, si rischia di spendere soldi, per creare l’ennesima cattedrale nel deserto, mandando all’aria anni di lavoro, partecipazione e speranze.

Nell’ormai lontano 2015 il C.d.Q. Tor Pignattara aveva prodotto un progetto di riqualificazione del Mercato Laparelli frutto del lavoro di decine di cittadini: un mercato nuovo, aperto da mattina a sera, che mescolasse diverse funzioni (culturale, produttivo, sociale) per aumentare la frequentazione dello spazio, aumentando così la domanda per gli operatori commerciali e favorendo la gestione economica della cooperativa degli operatori del mercato (AGS).

Con l’attuale consiliatura il progetto sembrava avere una prospettiva di sviluppo: grande interesse, commissioni, attestati di supporto e il piano Mercati comunale che sembrava supportare la sua rinascita.

Arrivano i primi fondi e arrivano i primi dolori. Scopriamo infatti, in una tumultuosa commissione commercio, che i fondi destinati al progetto – che a quel tempo ci era stato assicurato essere un copia/incolla del nostro – sono stati divisi in due stralci. La maggior parte vanno al Mercato delle Iris a Centocelle. Il resto per rifare i bagni del Mercato Laparelli.

Passa qualche mese e ci viene detto che, forse, arriveranno altri fondi, ma non è sicuro.

Allora cogliamo la palla al balzo e partecipiamo al Bilancio Partecipato del Comune di Roma. Arriviamo 6° in tutto il Municipio, ma veniamo esclusi perché, dicono le motivazioni, il quanto l’opera è già finanziata da un progetto del Municipio.

Ci rimaniamo un po’ male e andiamo a vedere le carte e scopriamo che il progetto non è stato finanziato, perché è ascritto come voce di indebitamento, in quanto verrà pagato con un mutuo. Questa roba in termini legale è molto semplice: non esiste alcun finanziamento e, quindi, è l’esclusione con la motivazione “l’opera risulta già finanziata da un progetto del Municipio” è illeggittima. In poche parole, l’esclusione non valida.

Meditiamo allora di fare ricorso al TAR, ma desistiamo perché così facendo avremmo bloccato decine di progetti virtuosi, compreso quello sul Parco Sangalli. Non ci sembra proprio il caso. Certo ci rode, perché appare evidente che ci è stato fatto un vero e proprio sgarbo.

Proviamo l’ultima carta e invitiamo il Presidente Boccuzzi a un’assemblea pubblica per fare chiarezza. Il Presidente ci presenta il progetto e, leggiamo nelle carte, che si fa menzione del progetto del CdQ che viene dichiarato integrato nel progetto. Non ci sembra, ma accogliamo almeno che il nostro progetto l’hanno visto.

Il Presidente non ci dettaglia granché perché dice che una bozza e quindi può essere sistemato e integrato con il contributo dei cittadini. Noi facciamo presente che la piazza proposta nel progetto è troppo piccola, non serve a nulla così. Nel progetto originario, infatti, era molto più grande.

Il neo presidente dell’AGS ribatte sull’esigenza di aumentare gli operatori, sull’inserimento nel mercato di alcuni servizi (CAF, CUP etc.) e sul fatto che se si deve fare una piazza, meglio farla grande e al centro, in modo che tutti gli operatori ne godano i benefici.

La piazza del progetto originario

Anche dai cittadini arrivano proposte e il Presidente, pur non pronunciandosi, ripete il suo mantra: il progetto si può migliorare e tutti verranno ascoltati.

Da quel momento, cala il più assoluto silenzio. Nessuna comunicazione che sia una. Sui bandi per i nuovi operatori, sui lavori, sui finanziamenti… Nulla di nulla.

In questo inquietante silenzio, arriviamo a Maggio 2020 e scopriamo che il progetto è stato approvato, senza integrare neanche una delle proposte fatte e il completo stravolgimento dell’impianto originario. Insomma un nuovo progetto, tirato fuori da non si sa quale cilindro.

Il Comune si tiene ben 4 stalli. 1 lo destina al progetto del “Mercato Sociale”, mentre gli altri 3 non si sa bene cosa ospiteranno. Aprirà un bar (noi avevamo chiesto un bistrot con servizio mensa per gli alunni dell’I.C. Laparelli… ben altra cosa) che occuperà due stalli. La piazza rimane quella fortemente criticata in assemblea: piccola, decentrata, di fatto inutile.

La “piazzetta” dell’attuale progetto

In tutto questo, andando a ben vedere, c’è il deciso aggravamento del peso gestionale del Mercato. La piazza, inutilizzabile solo per i tavolini del bar, diventa un centro di costo (manutenzione, pulizia etc.) che graverà su tutti gli operatori, ma l’unico beneficiario sarà, appunto, il bar.

I 4 stalli municipali sono, di fatto, 4 quote sottratte alla gestione, sebbene poi consumeranno servizi elettrici, idrici e di pulizia. Un nuovo costo, tutto sulle spalle degli operatori.In effetti, di questi 6 nuovi stalli (2 per il bar, 1 per il mercato e 3 per il Municipio), solo i due del bar parteciperanno alle spese, beneficiando però di un accessorio comune, la piazza, che verrà pagato da tutti: un bell’affare! Ma non basta. Di questi 6 stalli solo 2 (quelli del bar) potranno essere considerati attrattori di nuova clientela. Il Mercato Sociale, per sua natura, non lo è, mentre gli altri 3 rimarranno vuoti a tempo indeterminato. E il vuoto attira solo altro vuoto.

Per farla breve: maggiori costi, assenza di attrattori, nessun vero piano di sviluppo.

Insomma, sembra che tra un mese partiranno i lavori basati su un progetto che ha letteralmente buttato alle ortiche anni di lavoro, proposte e speranze.

Un progetto che tradisce un’assenza di visione e di coraggio, e che introduce funzioni che non aiutano il mercato, ma anzi lo appesantiscono di costi ulteriori senza produrre nuova domanda e riducono ancora lo spazio per nuovi operatori (e quindi per una diversificazione dell’offerta).

Un pasticciaccio brutto e, forse, la condanna a morte del Mercato di Tor Pignattara.

Complimenti: ottimo lavoro!

PER APPROFONDIRE

Il progetto del Mercato Laparelli fatto dal C.d.Q. Tor Pignattara